Riceviamo dall'architetto Emilio Bria un'interessante proposta per migliorare il benessere in una delle più comuni azioni quotidiane, quale è lo star seduti. Riteniamo meriti un'attenta lettura!                                   (p.p.)

Avere attenzione verso il proprio corpo, significa avere consapevolezza del tipo di contatto che esso stabilisce, di volta in volta, nella relazione esterna, che sia oggetto o persona.

I sensi stimolati  dal contatto reagiscono e trasferiscono al corpo il messaggio sensoriale, esso può essere registrato come piacevole, spiacevole  o neutro. 

Nei primi due casi le sensazioni impegnano la mente a dare una risposta secondo strategie e percorsi conosciuti, attivando aree di piacere e di dis-piacere a seconda delle credenze, delle opinioni e dei condizionamenti appresi, solo nel terzo caso, l’annullamento degli opposti predispone ad una posizione di quiete, di rilassamento, tale che la sensazione viene osservata, senza identificazione alcuna con essa.

Con questa premessa, vorrei portare all’attenzione quanto sia importante conoscere che le sensazioni, che sono alla base del nostro agire, siano solitamente di natura reattiva, se non viene applicata costantemente una vigilanza al contatto relazionale.

Sedersi implica quindi una relazione  fra il nostro corpo e l’oggetto che accoglie tale posizione.

Il sedersi solitamente è considerata un’azione di riposo, di rilassamento per il corpo sia nello stare che nello svolgere alcune funzioni.

La seduta è però una posizione co-stretta in cui alcune parti del corpo trovano appoggi o sostegni di accoglienza, che servono a dare stabilità e abbandono al corpo intero.

Ma quanto più la posizione è costruita, tanto più diminuisce la spontanea adattabilità del corpo all’oggetto di seduta.

Ne è prova la difficile reperibilità sul mercato di sedie o poltrone che offrano a lungo una piacevole e libera postura del corpo.

Da questa osservazione e dalla pratica della postura diritta e stabile nasce la seduta wu-wei, che permette la spontanea e naturale posizione ortogonale della colonna vertebrale ed una respirazione corretta, senza alcuna forzatura o adattamento obbligato del corpo.

In tale stato, il corpo risponde spontaneamente senza doversi adattare, ma solo adagiare e posizionare per assumere una stabile postura, che protrarrà sempre più  a lungo nel tempo, dimenticando quasi di essere seduto.

Descrivere tutto ciò può essere riduttivo, provare a sedere è l’unico esercizio possibile alla comprensione di quanto è stato descritto.

Emilio Bria

architetto

maggio 2006  

Proponiamo ai lettori di "Le Ali di Ermes" alcune illustrazioni della seduta "wu-wei" dell'arch. Emilio Bria: